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Bianca come…

Muore il 20 Ottobre una delle figure femminili più ricordate nella storia toscana ed in particolare di quella fiorentina. Una vita in “multicolor” tinteggiata di rosa, di giallo, di rosso e di nero. Per il colmo della sorte si chiama… Bianca ed a Firenze ci è “piovuta” per… buona ventura. Buonaventura o, ancor meglio, Bonaventuri è il cognome del gigolò che circuisce la graziosa e nobile ragazza, la mette incinta e la fà fuggire in altro… stato. Se la vicenda si fosse svolta un po’ più a sud di Italia si sarebbe parlato di classica “fuitina”, ma non son quelli i luoghi e nemmeno i tempi. Quel che è certo è che Pietro (Piero?) Bonaventuri non è appartenente alla famiglia Salviati (per la quale lavora) ed è forse più interessato alla dote che non alla ragazza di per sè. Parlo di ragazza e non di donna poichè, nel momento della fuga da Venezia, Bianca ha più o meno quindicianni anche se, considerando l’epoca, quindicianni son più che sufficienti per essere donna. Ai giorni nostri verrebbe a configurarsi il reato di sottrazione di minorenne (seppur consenziente) ma visto che stiamo parlando della seconda metà del ‘500 questo problema non si pone. Eppure di problemi e di misteri questa storia ne è piena. A partire da una quantità di gioielli (eredidati dalla madre) che Bianca avrebbe portato via con sè  al momento di allontanarsi dalla paterna casa Cappello. Oggi, se a Firenze dici Cappello, viene quantomeno in mente quel palazzo in Oltrarno la cui facciata mantiene ancora le pregevoli decorazioni che furono commissionate a Bernardino Poccetti quando già la Bianca orpiù non abitava al numero 25 di Via di Maggio. Ella vive quindi in Firenze ma in una piccola casupola verso Piazza San Marco e nascosta al popolo che conta finchè, non si sà come non si sà quando, il suo sguardo, resosi più aduto e probabilmente più consapevole, non incrocia quello di Francesco, primogenito di Cosimo. Stiamo parlando di Medici ma non di dottori, stiamo parlando dei Medici, del granducato mediceo in Toscana. Dopo il “Tumulto dei Ciompi” i Medici sono una di quelle famiglie che meglio è riuscita a colmare quel vuoto, fianziaramente parlando, provocato dalla crisi di metà del trecento e dalla cacciata dalla città della famiglia Alberti. Il successo del Banco dei Medici è talmente rapido da constentire di stabilire rapporti con la nobiltà ed i sovrani di tutta europa. Non stupisca quindi che Francesco sposi l’arciduchessa Giovanna D’Austria mentre resta, prima e dopo tale matrimonio, profondamente ed intimamente unito alla Bianca (senza dimenticare che anche lei è legata in matrimonio con Pietro). Francesco e  la Cappello si sposeranno nel 1579 solo dopo che entrambi sono rimasti vedovi.  Fine della descrizione dei matrimoni ed inizio di una lunga sequela di morti.  Giovanna muore, cadendo dalle scale, mentre è in attesa di un ottavo figlio. Il settimo era stato l’agogniato maschio (Filippo) che campa assai poco, poichè afflitto da vari mali. Pietro Banaventuri muore in un agguato, così come la sua amante dell’epoca, Alessandra Bonciani, detta Cassandra. Sul presunto, parziale o totale, coinvolgimento della famiglia Medici in questo doppio delitto ci dedicheremo chissà quando.  E’un periodo buono per morire in casa Medici: Isabella, per mano di Paolo Orsini ed Leonora de Toledo per conto di Pietro. Cosimo I nell’aprile del 1574, muore di morte naturale (strano), già afflitto nel fisico da un ictus ma in tempo per dare anche lui il suo piccolo scandalo con Camilla Martelli. Francesco muore 10 ore prima di Bianca, nella villa di Poggio a Caiano, dopo una agonia durata giorni. La strana morte dei due coniugi, a così breve distanza l’uno dall’altra, è stata nei secoli fonte di numerosi supposizioni e sospetti. Avvelenamento da arsenico? Intruglio medicinale creato dallo stesso Francesco? Una bella e naturale febbre terzana forse è la vera ed unica ragione a portarli via entrambi. Alla fine rimane solo Ferdinando, il fratello fatto cardinale (dopo la morte prematura dell’altro fratello Giovanni), colui che guiderà il granducato per circa un ventennio. Non ci stupiremmo se molte delle maldicenze su Bianca Cappello che sono arrivate fino ai giorni nostri siano nate (anche postume a Bianca stessa) grazie alle voci messe in giro dallo stesso Ferdinando con la complicità di altri componenti della famiglia medicea. Stiamo parlando della falsa maternità nei confronti di colui che sarebbe diventato Don Antonio de’ Medici; l’accusa di avvelenamento dell’unico figlio maschio di Giovanna d’Austria; il matrimonio con un Francesco maldisposto a tale passo; la sfrontataggine e la noncuranza di fronte al biasimo del popolo nei confronti di un rapporto amoroso così sfacciatamente clandestino; certi provvidimenti governativi ritenuti ingiusti (Fransceco fu uomo di scienza ma non buon amministratore)  e chi più ne ha, più ne metta.  E’ persino sospettata di stregoneria. Quel che è certo è che la Cappello (sposa Medici), già riabilitata in vita da parte dei veneziani, non dà mai grossa mostra di sè negli anni della sua permanenza a Palazzo Pitti (al quale predilige le tenute di campagna), evitando sfarzi, cerimonie in pompa magna e feste grandiose. L’unica colpa della “dama Bianca” che muore il 20 Ottobre 1587 è forse quella di essere riuscita a conquistare, grazie alla bellezza ed all’amore, un suo posto nella storia dei Medici senza che nelle sue vene scorresse sangue reale. Fu bianca o fu… nera? Ai posteri l’ardua sentenza.

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